Ci scrive il celebre Philippe da Velò:
"ADN KRONOS – Sab 10 Mar
Il Vaticano sembra essere il 'nemico pubblico numero uno' dei manifestanti. Il Papa Benedetto XVI e più in generale la Chiesa cattolica rappresentano il bersaglio preferito e più 'gettonato' di slogan, striscioni e travestimenti. Un adesivo 'piratesco' su fondo nero con il teschio sormontato dalla mitra papale e la scritta 'Maledictus XVI' è l'immagine scelta dal finto vescovo con tanto di turibolo a spandere l'incenso"
Conviene premettere una nota storica al cosiddetto "insulto alla chiesa" perpetrato, secondo "IL GIORNALE" dai vari manifestanti travestiti da vescovi e papi, dagli adesivi con li teschio mitrato (di preciso: in tiara o triregno)e con l'epigrafe MALEDICTUS XVI.
In tutto questo non c'è nulla di nuovo: travestirsi da ecclesiastico è un costume millenario e universale, praticato tradizionalmente persino all'interno delle chiese stesse. La cultura popolare ha rappresentato da sempre in maniera grottesca le figure del potere e dell'autorità, sia temporale che spirituale… persino assai prima prima del cristianesimo. Se ne veda una classica documentazione in "Michail Bachtin; L' opera di Rabelais e la cultura popolare".
Poi l'immagine del teschio mitrato appare persino nell'arte sacra, è frequentissima nell'iconografia barocca. Infine, stravolgere il nome di Benedetto in Maledetto, non è proprio pensata di una qualche avanguardia, post-surrealista o post-situazionista: è già una vox populi (e dunque di Dio). Si cerchi Maledetto o Maledictus XVI, con Google (o altro motore) e si troveranno centinaia di pagine. Ratzinger, questa se l'è proprio voluta (come la lectio anti-islamica di Ratisbona): forse doveva cercarsi un altro nome.
Nella performance del Sommo Ciclefice con gli adesivi Maledictus XVI, emergono invece due nuovi elementi: la bicicletta e l'adesivo.
La bicicletta è il medium e, come al solito insieme, il messaggio dell'Arte in Bici contemporanea, su cui già mi sono già ampiamente esternato. A differenza degli altri Critici d'Arte, non intendo ripetermi: cerca magari con Google (o altro motore) "Philippe da Velò", tra virgolette con accento sulla o. Leggi pure su carta in "Le biciclette del Rinascimento": http://www.stampalternativa.it/libri.php?id=SPEC%20030
Mi soffermo piuttosto, sull'adesivo, che è il medium e, come al solito insieme, il messaggio della Stiker Art contemporanea. Più discreta e seriale del graffito murale, l'affissione di adesivi (stiker) non attira ancora l'attenzione dei Critici Ufficiali. Al massimo quella dei Pubblici Ufficiali, come nello storico caso di GAC, Guido Achille Cavellini che fu multato, nel secolo scorso, a Venezia, per avere infestato Piazza San Marco con i suoi celeberrimi adesivi tricolori, annuncianti una sua mostra personale in Palazzo Ducale nel 2012. Ma il tempo è galantuomo e la data si avvicina.
Già nell'adesivo cavelliniano, si evidenzia la caratteristica interattiva e non artistica della Stiker Art. Infatti, migliaia di recettori (per posta) del messaggio adesivo di Cavellini, si convertirono in emittenti-aderenti del medesimo: lo installavano a loro piacimento nei contesti più molteplici, arricchendo in tal modo il suo eventuale e originario significato.
Perciò, l'adesivo non è mera opera grafica ma funziona, a un dipresso, come un testo teatrale: è in sè determinato ma inoltre, si sovra-determina a seconda di ciascuna rappresentazione o affissione-installazione. E si trova assai vicino all'Arte Pubblica, come già rilevava Sheila Grunico, Incaricato di Ricerche Critiche presso Istituto Arti Pubbliche, in "BOICOOPART Il catalogo adesivo" http://www.hypertextile.net/iap/boi_CAT.htm .
LA STAMPA di Torino (e la stampa in generale) si è accorta soltanto dello spaccio dei singoli adesivi, abbinato ovviamente alla questua di risibili offerte: "grandi affari (…) è andata molto meglio a un finto vescovo in tiara e bicicletta che si è fatto stampare alcune centinaia di adesivi con su scritto Maledictus XVI, a 10 centesimi l'uno andavano via senza difficoltà". In realtà non si trattava di un vescovo qualsiasi ma addirittura del Sommo Ciclefice. Poi un adesivo a stampa non si realizza che a partire da un minimo 10.000 pezzi, altro che alcune centinaia! Ma lo spaccio a pezzi singoli è solo il ground zero della Stiker Art, che si limita al collezionismo e alla fruizione privata. Non gratuita ovviamente, per ribadire l'augusto concetto che la Chiesa mai dà nulla gratis: come minimo, vuole l'anima in cambio.
Perciò l'aspetto più dirompente di questo lavoro, che in assoluto si vuole collettivo, è il suo spaccio all'ingrosso, no-profit e on-line. Vai ovviamente a:
http://arteinbici.noblogs.org/post/2007/03/05/adesivi-maledictvs-xvi
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